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mercoledì 30 aprile 2008

ALOE VERA UN PO' DI STORIA


L'Aloe, tra le molte piante esistenti sulla Terra, vanta sicuramente una storia millenaria
molti testi antichi che ne documentano l'uso e le caratteristiche terapeutiche.Esistono persino raffigurazioni della pianta di aloe sui muri dell’Antico Egitto che risalgono al 4.000 a.C..Gli antichi egizi veneravano l’aloe e la chiamavano “la Pianta dell’Immortalità”, essa veniva piantata presso l’entrata delle piramidi per indicare il cammino dei Faraoni verso la terra dei morti. Venne usata come ingrediente nella preparazione di sostanze per l’imbalsamazione, come nel caso del Faraone Ramses II. Vi sono inoltre testimonianze sull’uso cosmetico che due regine egizie famose, Nefertiti e Cleopatra, facevano dell’aloe, preparando cioè lozioni per la pelle e per accrescere la loro leggendaria bellezzaIntorno al 600 a.C. l’aloe venne introdotta in Persia e in India da mercanti arabi che chiamavano questa pianta “Giglio del Deserto”, ne essiccavano le foglie che usavano sia per trattamenti ad uso interno che esterno.Alessandro Magno faceva curare le ferite dei suoi soldati con l’aloe.Con il passare del tempo venne scoperto che il contenuto delle foglie di aloe poteva essere impiegato per diverse problematiche come la cura dei foruncoli e delle emorroidi, per irritazioni, per ammorbidire la pelle secca, per alleviare il prurito, per curare gengiviti, per contusioni ed altro ancora e perfino per ridurre la traspirazione.Nel Medioevo e nel Rinascimento l’uso dell’aloe si diffuse in tutto il mondo e nelle regioni settentrionali d’Europa.Cristoforo Colombo, annotò sul suo diario: “Todo està bien, hay Aloe a bordo” . Descrisse anche l’uso di questa pianta a Cuba e in altre isole Caraibiche dove veniva tra l’altro impiegata per curare vesciche e punture di insetti.Le conoscenze sulla “pianta miracolosa” sono state tramandate di generazione in generazione, ma in seguito venne abbandonata a favore dei progressi della medicina moderna e dello sviluppo dei farmaci di sintesi. Nel corso degli anni, la gente si convinse sempre più che le straordinarie proprietà dell’aloe, di cui aveva tanto sentito parlare, erano solo mito e folklore piuttosto che realtà. Tutto questo perché, in realtà, la gente non comprese la necessità di usare foglie fresche per garantirne l’effetto benefico. Era praticamente impossibile riprodurre quelle “magiche” proprietà terapeutiche quando non c’era disponibilità di foglie fresche per l’effetto dell’ossidazione del succo che non si conservava a lungo una volta estratto dalla pianta.Ai nostri giorni, dopo essere stata relegata ad un posto di second’ordine, com’è avvenuto per la maggior parte delle piante medicinali a causa di un uso generalizzato dei farmaci moderni, l’aloe è tornata a far parlare di sé e in particolar modo quando nel 1851 venne isolato un principio attivo con proprietà lassative, denominato aloina; nel 1935 rivelarono il possibile utilizzo dell’aloe per sopperire agli effetti devastanti delle radiazioni.Soltanto negli anni ’70 però gli scienziati scoprirono un valido procedimento per separare l’aloina e la scorza, e quindi stabilizzare e conservare il gel estratto dalla foglia in maniera che fosse “essenzialmente identico al gel fresco”.Si era appena aperto un nuovo capitolo nella storia dell’aloe.